Sam(antha), twenty, ♀ — sono ossessionata dalle threesome e dall'incest, parlo a vanvera, dico troppe parolacce ed anche una miriade di stronzate. ✖✖✖

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La fanfiction più triste del mondo.
giovedì 5 settembre 2013 @ 19:09 | Leave a comment?

[ Prologo ] #

Nitori Aiichiro era convinto d'essere, in un qualche arcano modo, utile alla società.
Quello che non poteva sapere era che, invece, per la società che tanto amava era solo un peso.
I suoi genitori, oppressi dalla sua stessa esistenza, avevano deciso di liberarsi di lui perché non ne potevano più di vedere i suoi capelli tagliati a filo di ciotola bazzicare per casa insieme a lui ed al suo neo sventurato.
Tanto più che per quanto il giovine paresse pelle e ossa, era pure un poco tracagnotto.
Dunque i genitori avevano discusso in modo arguito sul metodo da utilizzare per cacciare Nitori senza che questo ne fosse, effettivamente, consapevole.
«Iscriviamolo ad un fottuto club di nuoto, visto che nostro figlio conserva ancora il sogno di imparare a nuotare e di diventare un cazzo di campione di merda» propose il padre, con filosofia.
La madre s'illuminò: «Caro, sei un genio! Nostro figlio è così ritardato che probabilmente affogherà e morirà in modo indolore!»
Entrambi entusiasti per la trovata misero in atto il piano, pronti, finalmente, a ricominciare a vivere.
Nitori non stava più nella pelle: da quando i suoi gli avevano riferito che presto si sarebbe trasferito alla sede della Samezuka Academy non aveva fatto altro che fantasticare sul suo -ahimè, sventurato- futuro coinquilino, e sulle rosee giornate che si profilavano dinnanzi a lui con una leggiadria poetica.
Difatti non chiuse occhio, e la mattina predestinata al suo trasloco finì per essere ancora più brutto del previsto.
Il viaggio fu lungo, ma silenzioso e scorrevole, tant'è che Nitori si rese conto di essere arrivato solo quando l'insegna tridimensionale ed enorme dell'istituto gli comparve di fronte, in tutta la sua maestosità.
Si commosse.
A dire il vero prese a piangere come un bambino, stringendosi a sua madre, poi a suo padre e poi di nuovo a sua madre.
Fu un addio doloroso, per Nitori, che era così offuscato ed occultato dalle lacrime che non poté notare la fredda impassibilità dei suoi genitori.
Li salutò urlando, guardando la loro automobile sfrecciare con una velocità quasi anomala sulla ghiaia che faceva da ingresso al cortile della Samezuka Academy. Dopodiché, assieme alle sue lacrime, scomparvero anche loro.
Quel giorno iniziò, per Aichiiro Nitori, una nuova vita.

-


(Si scherza eh... io voglio bene a Nitori! E' solo uno sfiggy senza amore... D8)


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